Tariffe professionali

In Italia, le tariffe professionali degli avvocati sono fissate con decreto del Consiglio Nazionale Forense approvato dal Ministero di Grazia e Giustizia ma possono essere derogate su espresso accordo tra le parti.

In materia giudiziale, la tariffa degli avvocati suddivide i compensi in onorari e diritti: entrambi sono stabiliti in un importo predeterminato a seconda del tipo di servizio prestato dall’avvocato con riferimento alle varie fasi del processo; tuttavia, mentre i secondi sono fissi, i primi variano da un minimo ad un massimo.

In materia stragiudiziale, invece, la tariffa prevede un sistema di parcellazione per settore di attività: gli onorari sono cioè fissati per ciascun tipo di attività (studio della controversia, redazione di pareri, redazione di contratti, ecc.) e a seconda dello scaglione di valore cui la pratica appartiene; anche in tale materia essi devono essere determinati entro un valore minimo ed un valore massimo, stabilito in percentuale sul valore della pratica. Esclusivamente in materia stragiudiziale, è consentito al cliente ed all’avvocato pattuire, in alternativa al criterio sopra illustrato, un criterio di parcellazione su base oraria: in questo caso la tariffa oraria deve essere concordata, prima dell’inizio della pratica, tra le parti.

Gli avvocati e i dottori commercialisti hanno diritto di richiedere fondi in acconto degli onorari e delle spese al momento dell’affidamento della pratica e nel corso della stessa. La parcellazione avviene ad intervalli regolari, secondo le richieste dei clienti.
Le tariffe professionali dei dottori commercialisti sono fissate dal D.P.R. 10 ott. 1994 n.645 ma possono essere derogate su espresso accordo tra le parti.
La tariffa dei dottori commercialisti suddivide i compensi in onorari e indennità: entrambi sono stabiliti in un importo predeterminato, a seconda del tipo di attività prestata; tuttavia, gli onorari variano da un minimo ad un massimo, mentre le indennità sono fisse.